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Realizzare una vasca di rabbocco in forex e plexiglass

Introduzione

Salvaguardare la sopravvivenza di un habitat artificiale e degli esseri in esso contenuti è un’attività relativamente complessa.

La tecnologia oggi consente di provvedere al continuo monitoraggio delle nostre vasche, adottando dove e quando necessario dei correttivi volti alla stabilizzazione di numerosi parametri chimico-fisici. Benché la tecnica sia in perenne divenire e la complessità degli strumenti a disposizione degli acquariofili semplifichi ogni giorno di più la gestione di un acquario, la supervisione umana resta sempre una componente indispensabile e ineludibile. Un esperto acquariofilo sa bene, infatti, che la sensibilità e l’acutezza del proprio discernimento non potranno mai essere sostituite da nessun computer o sensore.

Tuttavia la costante ricerca della comodità, caratteristica intrinsecamente distintiva di tutto il genere umano, non fa certo eccezione nemmeno quando si parla di acquariofilia. Pensare di preservare un livello costante di attenzione verso i più piccoli dettagli di un acquario, tale da impegnare l’appassionato in modo incessante e duraturo, scoraggerebbe il più tenace degli hobbisti e renderebbe la nostra passione prerogativa di pochi.

In questo breve articolo, in totale armonia rispetto la ricerca del “comodo” che contraddistingue anche il sottoscritto, alimenterò la naturale pigrizia degli acquariofili illustrando come realizzare una vasca per il rabbocco automatico dell’acqua evaporata dai nostri acquari.

L’evaporazione dell’acqua

Prima di tutto è bene ricordare che in fisica l’evaporazione è il passaggio di stato dal liquido a quello aeriforme (gas o vapore) che coinvolge la sola superficie del fluido. Alla temperatura di ebollizione avviene invece il processo di ebollizione che coinvolge l’intero volume del liquido. Entrambi i processi rappresentano il cambiamento di stato da liquido ad aeriforme, e vengono complessivamente identificati sotto il nome di vaporizzazione.

In natura l’evaporazione è fondamentale nel ciclo dell’acqua: fiumi, laghi, mari e oceani cedono parte della propria acqua che raggiunge l’atmosfera terrestre sotto forma di vapore, dove è funzione della temperatura dell’aria, dell’umidità relativa e della velocità del vento. Il vapore per condensazione si trasforma successivamente in pioggia, neve o grandine.

L’evaporazione è funzione diretta della temperatura e funzione inversa della pressione di vapore (umidità relativa) dell’ambiente: all’aumentare della temperatura aumenta il flusso evaporante ed alla saturazione dell’ambiente si ha il raggiungimento dell’equilibrio, cioè ad ogni molecola che evapora in un dato intervallo di tempo ce n’è in media un’altra che ritorna nella fase liquida nello stesso intervallo di tempo. Anche la circolazione aerea ovvero il vento può favorire l’evaporazione. Nelle saline si sfrutta il fenomeno dell’evaporazione naturale per la produzione di sale.

Tale fenomeno, benché in scala infinitamente più contenuta, interessa indubbiamente anche i nostri acquari domestici. Nel caso di vasche chiuse (più diffuse in ambito acquariofilo dolce) l’evaporazione sarà un fenomeno marginale, in quanto l’acqua soggetta a evaporazione verrà subito sostituita da quella in condensazione.

Nelle vasche aperte l’evaporazione sarà influenzata invece da più fattori quali l’umidità dell’ambiente circostante, la temperatura ambientale (soggetta a forti variazioni stagionali), la superficie di contatto con l’aria e l’eventuale movimento in superficie dell’acqua.

In generale maggiore sarà la superficie dell’acqua, più importante sarà il fenomeno dell’evaporazione. Parimenti, in funzione di numerose e complesse relazioni tra forze molecolari, il maggiore o minore movimento dell’acqua in superficie influenzerà notevolmente l’evaporazione.

L’importanza del rabbocco dell’acqua evaporata

Gli effetti dell’evaporazione dell’acqua in una vasca aperta si presentano sia d’inverno che d’estate. Maggiore è il differenziale di temperatura tra l’acqua della vasca e l’ambiente in cui si trova, maggiore sarà la percentuale di evaporazione.

Ipotizziamo alcuni esempi empirici per comprendere meglio questo fenomeno. Se in inverno la temperatura dell’acqua in vasca si attesta a 25° in una stanza non riscaldata, potremo apprezzare gli effetti dell’evaporazione nei vetri delle finestre, che si appanneranno in poco tempo, con tassi di umidità prossimi al 97-98 per cento. Viceversa, d’estate, una vasca refrigerata con una temperatura di 25° posta in un locale dove la temperatura si attesta sui 30°, avrà un’evaporazione più contenuta.

L’evaporazione determinerà delle ripercussioni di natura idraulica, riducendo l’operatività delle pompe e degli accessori, e produrrà alterazioni chimico-fisiche all’acqua, provocando un lento ma costante aumento della salinità.

Per compensare l’evaporazione sarà pertanto necessario aggiungere quotidianamente alcuni litri d’acqua d’osmosi, oppure attrezzarci di un semplice impianto automatico, altrimenti chiamato osmoregolatore.

Il fastidio di un’operazione giornaliera e manuale potrebbe scoraggiare ogni acquariofilo, costringendolo a costanti interventi ed esponendo il sistema agli effetti potenzialmente dannosi di errori e dimenticanze. Utilizzando un osmoregolatore invece il processo di rabbocco sarà continuo e automatizzato.

Sarà possibile acquistare dei sistemi già pronti, a cifre spesso scoraggianti, oppure tentare la via dell’auto-realizzazione. Gli schemi per realizzare un impianto del genere sono facilmente reperibili anche online, ma saranno sufficienti una pompa anche di modestissima potenza (500 lt/h), un sensore di livello (o interruttore galleggiante), una presa volante, una spina elettrica, del filo elettrico a due poli, tubi ed infine una piccola cisterna da impiegare come serbatoio per l’acqua d’osmosi. Va da sé che più grande sarà il volume della cisterna, maggiore sarà l’autonomia dell’impianto automatico.

In definitiva si tratta di realizzare un elementare impianto elettrico, il quale attraverso un interruttore galleggiante comandi l’accensione e lo spegnimento della pompa alloggiata nel serbatoio. Il tubo collegato alla pompa riverserà l’acqua direttamente in sump, avendo cura di collocare l’estremità dell’uscita dell’acqua ad un’altezza superiore rispetto al livello d’acqua del serbatoio d’osmosi, pena un inevitabile allagamento.

Nella sump dovrà essere collocato l’interruttore galleggiante, evitando di collocarlo in zone ad elevato movimento dell’acqua, e sufficientemente distante dal punto in cui il tubo rabboccherà l’acqua, avendo cura di mantenerlo pulito ed efficiente, scongiurando dannose incrostazioni, con periodici interventi di manutenzione.

E’ fondamentale prestare particolare cura nella realizzazione dei collegamenti elettrici sigillandoli con silicone. Ricorda che con l’acqua salata e la corrente elettrica non c’è da scherzare!

In alternativa sarà possibile:

  • Utilizzare una pompa a bassa tensione invece che una normale pompa d’acquario. Possono essere acquistate nei negozi di articoli da campeggio e sono talmente piccole da passare dalla bocca di una comune tanica. Funzionano a 24 volts e andranno alimentate con un trasformatore di adeguato wattaggio. La sicurezza sarà garantita!
  • Utilizzare uno dei numerosi modelli di controller elettronici presenti sul mercato.
  • Collegare l’impianto d’osmosi direttamente alla vasca attraverso un’elettrovalvola azionata da un interruttore galleggiante presente in sump.

Personalmente ho realizzato il mio sistema di rabbocco attraverso il controller Aquatronica (del quale ti invito a leggere la mia recensione cliccando qui), creando un programma ad hoc che attiva la presa elettrica collegata alla pompa di rabbocco in funzione del livello dell’acqua rilevato in sump dall’apposito sensore.

Realizzare una vasca di rabbocco: la scelta del materiale

Come ho avuto modo di precisare nel mio articolo relativo alla realizzazione di una sump in forex (che puoi leggere cliccando qui), molti appassionati di acquariofilia per la costruzione delle proprie vasche tecniche (serbatoi di rabbocco compresi) optano per il riutilizzo di acquari in vetro, altri invece preferiscono realizzarle in autonomia utilizzando lastre in plexiglass o forex.

Personalmente opto per il fai da te, utilizzando sempre il forex, poiché a parità di dimensioni e spessori, è reperibile a costi più contenuti rispetto ad altri materiali (acrilico o plexiglass), risultando molto più facile da lavorare.

Ho deciso questa volta di realizzare la vasca di rabbocco inserendo però una finestra frontale trasparente al fine di controllare agevolmente il livello dell’acqua ivi contenuta.

Ovviamente le difficoltà di incollaggio sono state a dir poco elevate, poiché il forex è un composto a base di PVC mentre il plexiglass è un estere metilico dell’acido metacrilico e per l’incollaggio delle parti ho dovuto escogitare un metodo alternativo, evitando l’utilizzo di collanti a solvente a saldatura UV (con lampada).

Dopo aver testato numerosi collanti e adesivi siliconici, senza ottenere ovviamente alcun risultato significativo in termini di affidabilità d’incollaggio, ho deciso di accoppiare il plexiglass inserendolo come un sandwich tra due lastre di forex.

Il plexiglass è così vincolato saldamente in posizione dalle due lastre in forex incollate tra loro, mentre la tenuta dell’acqua è garantita da un sigillante trasparente.

Il necessario per la realizzazione della vasca

Ecco l’elenco dei materiali necessari per la realizzazione della vasca di rabbocco:

  • Lastra di forex (o pannelli già tagliati a misura)
  • Lastra in plexiglass (in alternativa è possibile utilizzare anche una lastra in vetro)
  • Colla Tangit (acquistabile qui)
  • Silicone Multifiss (acquistabile qui)
  • Squadra a 90°
  • Spatola o pennello
  • Strettoio o morsetto per cornici
  • Cutter (acquistabile qui)
  • Carta gommata (acquistabile qui)
  • Dima in legno con squadra a 90° (ovvero modello sagomato per l’incollaggio delle singole lastre)

Il procedimento

La prima cosa da fare è calcolare correttamente la dimensione dei singoli pannelli prima di procedere al taglio, aiutandosi con un progetto su carta.

Pannello in Forex spesso 18 mm pronto per essere tagliato

Io ho deciso di tagliare a misura il forex utilizzando la mia tagliapannelli verticale e ho optato per l’acquisto di un pannello intero dalle dimensioni di 190 cm x 350 cm con spessore 18 mm.

E’ possibile (e decisamente più agevole) acquistare anche online le singole lastre di forex già tagliate a misura.

lo spessore del pannello in forex andrà valutato in funzione del volume d’acqua che conterrà la vasca di rabbocco.

Le lastre tagliate pronte per l'incollaggio
Le lastre tagliate pronte per l’incollaggio

Dopo aver tagliato le singole lastre, prima di procedere all’incollaggio, è opportuno fare una prova disponendole su un piano da lavoro nella posizione definitiva, verificando che tutto combaci alla perfezione. Per un lavoro pulito e preciso consiglio di utilizzare strisce di carta gommata per circoscrivere le fuoriuscite di colla durante la fase di incollaggio, avendo cura di rimuoverle prima della completa essiccazione del prodotto.

 

L'incollaggio
L’incollaggio

Solo a questo punto si potrà procedere all’incollaggio dei singoli pannelli, aiutandosi con una dima in legno e con i morsetti, affinché tengano le lastre in posizione per tutto il tempo necessario all’asciugatura della colla. Sarà necessario applicare la colla Tangit con un pennello, avendo cura di stenderla uniformemente sui punti d’incollaggio con un pennello.

Stendere la colla tangit con un pennello
Stendere la colla tangit con un pennello

Trascorse almeno 24 ore, la vasca sarà pronta per la sigillatura delle giunzioni utilizzando del Multifiss. Prima di procedere con la sigillatura delle giunzioni è opportuno posizionare della carta gommata per ottenere un lavoro preciso e pulito. Ho già predisposto in questa fase il tubo in pvc per il collegamento della pompa di carico alla vasca.

La vasca incollata pronta per essere siliconata nelle giunzioni
La vasca incollata pronta per essere siliconata nelle giunzioni

A questo punto non resta che incollare il “sandwich” di forex-plexiglass-forex che fungerà da lastra frontale.

Fissaggio del pannello frontale in plexiglass
Fissaggio del pannello frontale in plexiglass

Dopo aver ultimato i lavori non resta che testare la tenuta delle giunzioni riempendo la vasca e lasciandola sotto carico per qualche giorno.

La vasca di rabbocco posizionata in sump
La vasca di rabbocco posizionata in sump

Pro e contro di una vasca di rabbocco in forex fai da te

Pro:

  • Facilità di costruzione;
  • Tempi di lavorazione estremamente ridotti;
  • Costi complessivi tutto sommato contenuti;
  • Elevata possibilità di personalizzazione;
  • Peso complessivo ridotto;

Contro:

  • Probabile ingiallimento del forex in prossimità dei tagli. Si consiglia di stuccare le superfici ruvide con del multifiss;
  • Difficoltà di incollaggio del forex con altri materiali come il plexiglass;

Conclusioni

Come già ribadito in precedenza, la soddisfazione di aver creato in autonomia un elemento molto importante della tecnica dell’acquario è il motivo principale che spinge l’appassionato a cimentarsi nel fai da te.

Buon reefing!

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Luca Langiu

Ho conseguito una laurea in Scienze Politiche, ma ho intrapreso la carriera di imprenditore. Le mie più grandi passioni sono l'acquariofilia, la tecnologia e la musica. Adoro scoprire le meraviglie dei reef e vivo in Sardegna, un paradiso dal quale non potrei mai separarmi.  Il mio desiderio è sempre stato quello di curare un blog sull'acquariofilia marina, perché ritengo che la condivisione di conoscenze e informazioni sia la base della nostra passione. Forte della mia conoscenza tecnica e pratica, unita agli studi e agli approfondimenti teorici, ho deciso di guidare il lettore in un’esperienza formativa alternativa, autentica e personale, che getta le basi sul crono-racconto della mia quotidianità “acquariofila”. La sensibilizzazione del lettore a tematiche relative alla tutela dell’ambiente marino-costiero, alle fonti di inquinamento marino, alla sostenibilità ambientale, al capitale naturale e al rispetto per gli animali, è stuzzicata e sollecitata costantemente in ogni mia trattazione.

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