Realizzare una vasca di rabbocco in forex e plexiglass
Introduzione
Salvaguardare la sopravvivenza di un habitat artificiale e degli esseri in esso contenuti è un’attività relativamente complessa.
La tecnologia oggi consente di provvedere al continuo monitoraggio delle nostre vasche, adottando dove e quando necessario dei correttivi volti alla stabilizzazione di numerosi parametri chimico-fisici. Benché la tecnica sia in perenne divenire e la complessità degli strumenti a disposizione degli acquariofili semplifichi ogni giorno di più la gestione di un acquario, la supervisione umana resta sempre una componente indispensabile e ineludibile. Un esperto acquariofilo sa bene, infatti, che la sensibilità e l’acutezza del proprio discernimento non potranno mai essere sostituite da nessun computer o sensore.
Tuttavia la costante ricerca della comodità, caratteristica intrinsecamente distintiva di tutto il genere umano, non fa certo eccezione nemmeno quando si parla di acquariofilia. Pensare di preservare un livello costante di attenzione verso i più piccoli dettagli di un acquario, tale da impegnare l’appassionato in modo incessante e duraturo, scoraggerebbe il più tenace degli hobbisti e renderebbe la nostra passione prerogativa di pochi.
In questo breve articolo, in totale armonia rispetto la ricerca del “comodo” che contraddistingue anche il sottoscritto, alimenterò la naturale pigrizia degli acquariofili illustrando come realizzare una vasca per il rabbocco automatico dell’acqua evaporata dai nostri acquari.
L’evaporazione dell’acqua
Prima di tutto è bene ricordare che in fisica l’evaporazione è il passaggio di stato dal liquido a quello aeriforme (gas o vapore) che coinvolge la sola superficie del fluido. Alla temperatura di ebollizione avviene invece il processo di ebollizione che coinvolge l’intero volume del liquido. Entrambi i processi rappresentano il cambiamento di stato da liquido ad aeriforme, e vengono complessivamente identificati sotto il nome di vaporizzazione.
In natura l’evaporazione è fondamentale nel ciclo dell’acqua: fiumi, laghi, mari e oceaniCol termine oceano si intendono le più vaste distese d'acqua salata presenti sulla superficie terrestre. Si distinguono dai mari per le dimensioni; i mari sono infatti insenature marginali degli oceani, e sono generalmente diversi per caratteristiche geologiche dei fondali. Secondo la definizione del 1953 dell'Ufficio idrografico internazionale, vi è un unico oceano diviso in quattro bacini:
• Oceano Pacifico, 179 000 000 km²
• Oceano Atlantico, 106 000 000 km²
• Oceano Indiano, 73 550 000 km²
• Oceano Artico, 14 060 000 km²
Leggi cedono parte della propria acqua che raggiunge l’atmosfera terrestre sotto forma di vapore, dove è funzione della temperatura dell’aria, dell’umidità relativa e della velocità del vento. Il vapore per condensazione si trasforma successivamente in pioggia, neve o grandine.
L’evaporazione è funzione diretta della temperatura e funzione inversa della pressione di vapore (umidità relativa) dell’ambiente: all’aumentare della temperatura aumenta il flusso evaporante ed alla saturazione dell’ambiente si ha il raggiungimento dell’equilibrio, cioè ad ogni molecola che evapora in un dato intervallo di tempo ce n’è in media un’altra che ritorna nella fase liquida nello stesso intervallo di tempo. Anche la circolazione aerea ovvero il vento può favorire l’evaporazione. Nelle saline si sfrutta il fenomeno dell’evaporazione naturale per la produzione di saleIn chimica, un sale è un composto chimico elettricamente neutro costituito dall'insieme di più ioni (anioni e cationi), in genere disposti all'interno di un reticolo cristallino, uniti da un legame ionico di ionicità più o meno elevata. I sali hanno diverso grado di solubilità nei diversi solventi. In una soluzione salina si osserva un fenomeno detto innalzamento ebullioscopico (innalzamento del punto di ebollizione) e di abbassamento crioscopico (abbassamento del punto di congelamento) rispetto al solvente puro. Leggi.
Tale fenomeno, benché in scala infinitamente più contenuta, interessa indubbiamente anche i nostri acquari domestici. Nel caso di vasche chiuse (più diffuse in ambito acquariofilo dolce) l’evaporazione sarà un fenomeno marginale, in quanto l’acqua soggetta a evaporazione verrà subito sostituita da quella in condensazione.
Nelle vasche aperte l’evaporazione sarà influenzata invece da più fattori quali l’umidità dell’ambiente circostante, la temperatura ambientale (soggetta a forti variazioni stagionali), la superficie di contatto con l’aria e l’eventuale movimento in superficie dell’acqua.
In generale maggiore sarà la superficie dell’acqua, più importante sarà il fenomeno dell’evaporazione. Parimenti, in funzione di numerose e complesse relazioni tra forze molecolari, il maggiore o minore movimento dell’acqua in superficie influenzerà notevolmente l’evaporazione.
L’importanza del rabbocco dell’acqua evaporata
Gli effetti dell’evaporazione dell’acqua in una vasca aperta si presentano sia d’inverno che d’estate. Maggiore è il differenziale di temperatura tra l’acqua della vasca e l’ambiente in cui si trova, maggiore sarà la percentuale di evaporazione.
Ipotizziamo alcuni esempi empirici per comprendere meglio questo fenomeno. Se in inverno la temperatura dell’acqua in vasca si attesta a 25° in una stanza non riscaldata, potremo apprezzare gli effetti dell’evaporazione nei vetri delle finestre, che si appanneranno in poco tempo, con tassi di umidità prossimi al 97-98 per cento. Viceversa, d’estate, una vasca refrigerata con una temperatura di 25° posta in un locale dove la temperatura si attesta sui 30°, avrà un’evaporazione più contenuta.
L’evaporazione determinerà delle ripercussioni di natura idraulica, riducendo l’operatività delle pompe e degli accessori, e produrrà alterazioni chimico-fisiche all’acqua, provocando un lento ma costante aumento della salinitàLa salinità indica la concentrazione di sali di una soluzione. Mentre in passato la salinità era determinata sulla base della clorinità, grandezza che esprime il contenuto totale di cloruri (Cl-), bromuri (Br-) e ioduri (I-), attualmente l'unità di misura ufficialmente adottata si basa sulla conduttività elettrica e quindi tiene maggiormente conto di tutto l'insieme dei sali presenti in soluzione. Leggi.
Per compensare l’evaporazione sarà pertanto necessario aggiungere quotidianamente alcuni litri d’acqua d’osmosi, oppure attrezzarci di un semplice impianto automatico, altrimenti chiamato osmoregolatore.
Il fastidio di un’operazione giornaliera e manuale potrebbe scoraggiare ogni acquariofilo, costringendolo a costanti interventi ed esponendo il sistema agli effetti potenzialmente dannosi di errori e dimenticanze. Utilizzando un osmoregolatore invece il processo di rabbocco sarà continuo e automatizzato.
Sarà possibile acquistare dei sistemi già pronti, a cifre spesso scoraggianti, oppure tentare la via dell’auto-realizzazione. Gli schemi per realizzare un impianto del genere sono facilmente reperibili anche online, ma saranno sufficienti una pompa anche di modestissima potenza (500 lt/h), un sensore di livello (o interruttore galleggiante), una presa volante, una spina elettrica, del filo elettrico a due poli, tubi ed infine una piccola cisterna da impiegare come serbatoio per l’acqua d’osmosi. Va da sé che più grande sarà il volume della cisterna, maggiore sarà l’autonomia dell’impianto automatico.
In definitiva si tratta di realizzare un elementare impianto elettrico, il quale attraverso un interruttore galleggiante comandi l’accensione e lo spegnimento della pompa alloggiata nel serbatoio. Il tubo collegato alla pompa riverserà l’acqua direttamente in sumpE' una vasca utilizzata principalmente in un acquario di barriera o in un acquario marino. Si trova sotto, dietro, o (meno frequentemente) su un supporto sopra l'acquario principale e viene usato come filtro, oltre che come punto di appoggio per antiestetiche apparecchiature come schiumatoi di proteine, reattori di calcio e riscaldatori. Il principale vantaggio di avere una sump in un acquario è l'aumento del volume d'acqua nel sistema, rendendolo più stabile e meno soggetto a fluttuazioni di pH e salinità. Leggi, avendo cura di collocare l’estremità dell’uscita dell’acqua ad un’altezza superiore rispetto al livello d’acqua del serbatoio d’osmosi, pena un inevitabile allagamento.
Nella sumpE' una vasca utilizzata principalmente in un acquario di barriera o in un acquario marino. Si trova sotto, dietro, o (meno frequentemente) su un supporto sopra l'acquario principale e viene usato come filtro, oltre che come punto di appoggio per antiestetiche apparecchiature come schiumatoi di proteine, reattori di calcio e riscaldatori. Il principale vantaggio di avere una sump in un acquario è l'aumento del volume d'acqua nel sistema, rendendolo più stabile e meno soggetto a fluttuazioni di pH e salinità. Leggi dovrà essere collocato l’interruttore galleggiante, evitando di collocarlo in zone ad elevato movimento dell’acqua, e sufficientemente distante dal punto in cui il tubo rabboccherà l’acqua, avendo cura di mantenerlo pulito ed efficiente, scongiurando dannose incrostazioni, con periodici interventi di manutenzione.
E’ fondamentale prestare particolare cura nella realizzazione dei collegamenti elettrici sigillandoli con silicone. Ricorda che con l’acqua salata e la corrente elettrica non c’è da scherzare!
In alternativa sarà possibile:
- Utilizzare una pompa a bassa tensione invece che una normale pompa d’acquario. Possono essere acquistate nei negozi di articoli da campeggio e sono talmente piccole da passare dalla bocca di una comune tanica. Funzionano a 24 volts e andranno alimentate con un trasformatore di adeguato wattaggio. La sicurezza sarà garantita!
- Utilizzare uno dei numerosi modelli di controller elettronici presenti sul mercato.
- Collegare l’impianto d’osmosi direttamente alla vasca attraverso un’elettrovalvola azionata da un interruttore galleggiante presente in sumpE' una vasca utilizzata principalmente in un acquario di barriera o in un acquario marino. Si trova sotto, dietro, o (meno frequentemente) su un supporto sopra l'acquario principale e viene usato come filtro, oltre che come punto di appoggio per antiestetiche apparecchiature come schiumatoi di proteine, reattori di calcio e riscaldatori. Il principale vantaggio di avere una sump in un acquario è l'aumento del volume d'acqua nel sistema, rendendolo più stabile e meno soggetto a fluttuazioni di pH e salinità. Leggi.
Personalmente ho realizzato il mio sistema di rabbocco attraverso il controller Aquatronica (del quale ti invito a leggere la mia recensione cliccando qui), creando un programma ad hoc che attiva la presa elettrica collegata alla pompa di rabbocco in funzione del livello dell’acqua rilevato in sumpE' una vasca utilizzata principalmente in un acquario di barriera o in un acquario marino. Si trova sotto, dietro, o (meno frequentemente) su un supporto sopra l'acquario principale e viene usato come filtro, oltre che come punto di appoggio per antiestetiche apparecchiature come schiumatoi di proteine, reattori di calcio e riscaldatori. Il principale vantaggio di avere una sump in un acquario è l'aumento del volume d'acqua nel sistema, rendendolo più stabile e meno soggetto a fluttuazioni di pH e salinità. Leggi dall’apposito sensore.
Realizzare una vasca di rabbocco: la scelta del materiale
Come ho avuto modo di precisare nel mio articolo relativo alla realizzazione di una sumpE' una vasca utilizzata principalmente in un acquario di barriera o in un acquario marino. Si trova sotto, dietro, o (meno frequentemente) su un supporto sopra l'acquario principale e viene usato come filtro, oltre che come punto di appoggio per antiestetiche apparecchiature come schiumatoi di proteine, reattori di calcio e riscaldatori. Il principale vantaggio di avere una sump in un acquario è l'aumento del volume d'acqua nel sistema, rendendolo più stabile e meno soggetto a fluttuazioni di pH e salinità. Leggi in forex (che puoi leggere cliccando qui), molti appassionati di acquariofilia per la costruzione delle proprie vasche tecniche (serbatoi di rabbocco compresi) optano per il riutilizzo di acquari in vetro, altri invece preferiscono realizzarle in autonomia utilizzando lastre in plexiglass o forex.
Personalmente opto per il fai da te, utilizzando sempre il forex, poiché a parità di dimensioni e spessori, è reperibile a costi più contenuti rispetto ad altri materiali (acrilico o plexiglass), risultando molto più facile da lavorare.
Ho deciso questa volta di realizzare la vasca di rabbocco inserendo però una finestra frontale trasparente al fine di controllare agevolmente il livello dell’acqua ivi contenuta.
Ovviamente le difficoltà di incollaggio sono state a dir poco elevate, poiché il forex è un composto a base di PVC mentre il plexiglass è un estere metilico dell’acido metacrilico e per l’incollaggio delle parti ho dovuto escogitare un metodo alternativo, evitando l’utilizzo di collanti a solvente a saldatura UV (con lampada).
Dopo aver testato numerosi collanti e adesivi siliconici, senza ottenere ovviamente alcun risultato significativo in termini di affidabilità d’incollaggio, ho deciso di accoppiare il plexiglass inserendolo come un sandwich tra due lastre di forex.
Il plexiglass è così vincolato saldamente in posizione dalle due lastre in forex incollate tra loro, mentre la tenuta dell’acqua è garantita da un sigillante trasparente.
Il necessario per la realizzazione della vasca
Ecco l’elenco dei materiali necessari per la realizzazione della vasca di rabbocco:
- Lastra di forex (o pannelli già tagliati a misura)
- Lastra in plexiglass (in alternativa è possibile utilizzare anche una lastra in vetro)
- Colla Tangit (acquistabile qui)
- Silicone Multifiss (acquistabile qui)
- Squadra a 90°
- Spatola o pennello
- Strettoio o morsetto per cornici
- Cutter (acquistabile qui)
- Carta gommata (acquistabile qui)
- Dima in legno con squadra a 90° (ovvero modello sagomato per l’incollaggio delle singole lastre)
Il procedimento
La prima cosa da fare è calcolare correttamente la dimensione dei singoli pannelli prima di procedere al taglio, aiutandosi con un progetto su carta.
Io ho deciso di tagliare a misura il forex utilizzando la mia tagliapannelli verticale e ho optato per l’acquisto di un pannello intero dalle dimensioni di 190 cm x 350 cm con spessore 18 mm.
E’ possibile (e decisamente più agevole) acquistare anche online le singole lastre di forex già tagliate a misura.
lo spessore del pannello in forex andrà valutato in funzione del volume d’acqua che conterrà la vasca di rabbocco.
Dopo aver tagliato le singole lastre, prima di procedere all’incollaggio, è opportuno fare una prova disponendole su un piano da lavoro nella posizione definitiva, verificando che tutto combaci alla perfezione. Per un lavoro pulito e preciso consiglio di utilizzare strisce di carta gommata per circoscrivere le fuoriuscite di colla durante la fase di incollaggio, avendo cura di rimuoverle prima della completa essiccazione del prodotto.
Solo a questo punto si potrà procedere all’incollaggio dei singoli pannelli, aiutandosi con una dima in legno e con i morsetti, affinché tengano le lastre in posizione per tutto il tempo necessario all’asciugatura della colla. Sarà necessario applicare la colla Tangit con un pennello, avendo cura di stenderla uniformemente sui punti d’incollaggio con un pennello.
Trascorse almeno 24 ore, la vasca sarà pronta per la sigillatura delle giunzioni utilizzando del Multifiss. Prima di procedere con la sigillatura delle giunzioni è opportuno posizionare della carta gommata per ottenere un lavoro preciso e pulito. Ho già predisposto in questa fase il tubo in pvc per il collegamento della pompa di carico alla vasca.
A questo punto non resta che incollare il “sandwich” di forex-plexiglass-forex che fungerà da lastra frontale.
Dopo aver ultimato i lavori non resta che testare la tenuta delle giunzioni riempendo la vasca e lasciandola sotto carico per qualche giorno.
Pro e contro di una vasca di rabbocco in forex fai da te
Pro:
- Facilità di costruzione;
- Tempi di lavorazione estremamente ridotti;
- Costi complessivi tutto sommato contenuti;
- Elevata possibilità di personalizzazione;
- Peso complessivo ridotto;
Contro:
- Probabile ingiallimento del forex in prossimità dei tagli. Si consiglia di stuccare le superfici ruvide con del multifiss;
- Difficoltà di incollaggio del forex con altri materiali come il plexiglass;
Conclusioni
Come già ribadito in precedenza, la soddisfazione di aver creato in autonomia un elemento molto importante della tecnica dell’acquario è il motivo principale che spinge l’appassionato a cimentarsi nel fai da te.
Buon reefing!