Paracanthurus hepatus

Classificazione scientifica

Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Perciformes
Famiglia Acanthuridae
Sottofamiglia Acanthurinae
Genere Paracanthurus (Bleeker, 1863)
Specie P. hepatus
Nomenclatura binomiale Paracanthurus hepatus Linnaeus, 1766

Areale biogeografico

Areale biogeografico Paracanthurus hepatus
Areale biogeografico Paracanthurus hepatus

Introduzione

Comunemente conosciuto come pesce chirurgo blu, è un pesce d’acqua marina appartenente alla famiglia Acanthuridae. È l’unica specie del genere Paracanthurus.

Perciforme appartenente alla famiglia degli Acanthuridae di media dimensione. Molto colorato e particolarmente robusto, è adatto alla convivenza con pesci di barriera di altre razze, ma difficilmente con altri Acanturidi di colore differente, mai con suoi simili né con esemplari di Acanthurus Leucosternon, di Acanthurus Japonicus o di Acanthurus Glaucopareius.

Caratteristiche fisiche

Presenta un corpo dalla forma ellissoidale, molto compresso lateralmente sui fianchi ed abbastanza allungato. La testa è piccola, raccordata da una gola ed una fronte molto arrotondate. La bocca è piccola, prominente, situata al centro della testa, ed è dotata di labbra carnose e denti a scalpello; il peduncolo caudale è piccolo e molto raccordato con il corpo. Sul peduncolo caudale è presente una squama mobile, a forma di scudetto, che protegge la spina erettile, molto affilata, tagliente e rivolta verso l’anteriore, che viene utilizzata come arma di difesa e che da il nome comune di pesce chirurgo alla famiglia; questa spina è talmente affilata che può provocare dolorose ferite anche ad un essere umano. La pinna dorsale, sostenuta da 9 spine rigide e da 19 o 20 raggi molli, si estende uniformemente su gran parte del dorso e termina con un lungo lobo posteriore, dal margine appuntito e parallelo al peduncolo caudale. La pinna anale, sostenuta a sua volta da 3 spine rigide e da 18 o 19 raggi molli, si estende uniformemente dall’ano al peduncolo caudale e, similmente alla pinna dorsale, termina con un lungo lobo posteriore, dal margine appuntito e parallelo al peduncolo caudale. La pinna caudale, di forma trapezoidale, ha il margine dritto con gli apici che a volte si prolungano in due sottili filamenti, mentre le pinne pettorali, trapezoidali, hanno il margine obliquo e gli apici appena arrotondati. Le pinne ventrali, triangolari sono molto sottili e poco sviluppate in lunghezza.

La livrea è di color azzurro cobalto, molto intenso, compatto; sulla parte superiore del fianco è presente un disegno, di color nero, che rassomiglia alla chela di un granchio e che arriva sino a coprire l’occhio. La pinna dorsale è del medesimo colore del corpo, con i raggi più scuri, ed ha il margine orlato da una spessa striscia nera. La pinna anale ha un colorazione simile; la pinna caudale è invece di color giallo internamente e con i margini superiore ed inferiore orlati da una spessa riga nera che si prolunga sugli apici.

Sul peduncolo caudale è presente un triangolo giallo che si raccorda alla parte centrale della pinna caudale; le pinne pettorali son azzurre con una macchia gialla sul margine superiore.

Habitat naturale

Proveniente dall’Oceano Indiano e dall’Oceano Pacifico centro-occidentale: Isole Mauritius e Seychelles fino alle Isole Fiji ed alle Isole Samoa.

Paracanthurus Hepatus
Paracanthurus Hepatus

Vita in acquario

Difficile da acclimatare, ma una volta ben ambientato è onnivoro; predilige mangime surgelato, artemie saline, chironomus e mysis, accetta anche mangime secco in granuli, ma gradisce soprattutto le apposite sfoglie di alghe liofilizzate. Necessita di una vasca molto grande in proporzione alle sue dimensioni, in quanto nuota volentieri nell’acquario, ma anche di rifugi e nascondigli tra le rocce e le madrepore. Sensibile alla qualità dell’acqua; soffre, infatti, per il valore basso del PH e per concentrazioni eccessive di nitrati e fosfati ed è mediocremente resistente alle malattie, se in condizioni non ottimali soffre di frequenti attacchi di oodinium e di micosi alle pinne.

Per il suo ottimale mantenimento in acquario sono necessarie vasche con acqua preparata con sali marini sintetici di ottima qualità, ben filtrata ed ossigenata ed interessata da forti correnti prodotte dalle apposite pompe di movimento, meglio se provenienti da direzioni diverse e con flussi alternati; sono molto consigliati abbondanti cambi parziali preceduti da un’accurata sifonatura del fondo. Come quasi tutti gli Acanturidi, convive abbastanza bene con gli invertebrati, specialmente se è di taglia ridotta.

Compatibilità

E’ adatto alla convivenza con pesci di barriera di altre razze, ma difficilmente con altri Acanturidi di colore differente, mai con suoi simili né con esemplari di Acanthurus Leucosternon, di Acanthurus Japonicus o di Acanthurus Glaucopareius.

Longevità
Facilità di allevamento
Compatibilità
Riproduzione in acquario
Reperibilità
Media

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