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Plastica nella Fossa delle Marianne

Plastica nella Fossa delle Marianne: la scoperta a diecimila metri di profondità

Una busta di plastica e alcuni involucri di caramelle. E’ quello che è stato trovato negli abissi della Challenger Deep, estremità meridionale della Fossa delle Marianne, nell’Oceano Pacifico. A fare la scoperta l’esploratore americano Victor Vescovo. Con il suo sottomarino Limiting Factor è rimasto quattro ore sul fondale per quella che è ritenuta la più profonda immersione con equipaggio mai realizzata. ”Il materiale sarà analizzato per accertarne la composizione”, ha spiegato Stephanie Fitzherber, portavoce della spedizione Five Deeps Expedition, che mira alla scoperta delle profondità marine del Pianeta. La prossima tappa sarà nel Molloy Deep, nell’Oceano Artico.

Il fondale delle Fosse delle Marianne
Il fondale della Fossa delle Marianne

La fossa delle Marianne è la più profonda depressione oceanica conosciuta al mondo. Il punto più profondo, l’abisso Challenger, si trova a circa 10 994 m (la stessa profondità rilevata nel 2011) sotto il livello del mare. È localizzata a nord-ovest nell’Oceano Pacifico a est delle isole Marianne, a 11° 21′ nord di latitudine e 142° 12′ est di longitudine, tra Giappone, Filippine e Nuova Guinea.

Una volta emerso Vescovo ha subito dichiarato alla BBC: “È quasi indescrivibile come tutti noi siamo eccitati nel realizzare ciò che abbiamo appena fatto”. Chiaramente Vescovo ha riportato in superficie anche la testimonianza di ciò che ha avuto modo di scorgere sul fondale più estremo dell’Oceano, specie di crostacei mai viste prima simili a gamberetti, una creatura definita “verme a cucchiaio” lunga circa sette metri e poi rocce dai colori vivaci, probabilmente, dice, creati dai batteri presenti sul fondo del mare.

E infine la triste conferma di quanto già ampiamente documentato dalle sonde che più volte sono state spedite a grandi profondità: plastica.

Gli scienziati ora vogliono comprendere, analizzando le specie animali riportate sulla terra ferma, se anche dentro i loro organismi, come già riscontrato in altre specie di pesci, si trovano residui di microplastiche.

Questo confermerebbe, per quanto già evidente, la portata e la gravità dei danni cagionati dal genere umano al pianeta terra.

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Luca Langiu

Ho conseguito una laurea in Scienze Politiche, ma ho intrapreso la carriera di imprenditore. Le mie più grandi passioni sono l'acquariofilia, la tecnologia e la musica. Adoro scoprire le meraviglie dei reef e vivo in Sardegna, un paradiso dal quale non potrei mai separarmi.  Il mio desiderio è sempre stato quello di curare un blog sull'acquariofilia marina, perché ritengo che la condivisione di conoscenze e informazioni sia la base della nostra passione. Forte della mia conoscenza tecnica e pratica, unita agli studi e agli approfondimenti teorici, ho deciso di guidare il lettore in un’esperienza formativa alternativa, autentica e personale, che getta le basi sul crono-racconto della mia quotidianità “acquariofila”. La sensibilizzazione del lettore a tematiche relative alla tutela dell’ambiente marino-costiero, alle fonti di inquinamento marino, alla sostenibilità ambientale, al capitale naturale e al rispetto per gli animali, è stuzzicata e sollecitata costantemente in ogni mia trattazione.

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