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Una gigantesca massa di sargasso attraversa l’Oceano Atlantico

Negli ultimi anni nell’oceano Atlantico è stata rilevata una crescita anomala del sargasso (Sargassum), un genere di alga, phylum Heterokontophyta, appartenente alla classe Phaeophyceae (detta anche alga bruna). Possono raggiungere la lunghezza di molti metri e sono generalmente di colore marrone o verde scuro a causa delle xantofille in esse contenute, ed in particolare della fucoxantina, il pigmento fotosintetico abbondante nelle alghe brune. Alcune specie hanno delle vesciche contenenti gas che aiutano la pianta a dirigere le fronde verso l’alto dove la luce è più abbondante.

Molte alghe di questo genere hanno un corpo robusto e flessibile che resiste alle forti correnti marine. Questa caratteristica flessibilità è garantita dalla presenza di una parete cellulare simile alle piante più evolute, ma con minor presenza di fibrille di cellulosa e maggior presenza di sostanza amorfa di natura polisaccaridica.

La crescita abnorme di queste alghe, che trasportate dai moti ondosi raggiungono le coste, sta causando seri problemi alle località che vivono di turismo balneare.

Secondo una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista scientifica Science, il picco degli ultimi anni ha determinato la formazione di enormi quantità di alghe, che occupano un’ampia fascia dell’oceano Atlantico tra il Golfo del Messico e l’Africa occidentale.

Le alghe di questo genere sono molto resistenti e, quando muoiono, possono essere trasportate a grandi distanze dai moti ondosi. Il Mar dei Sargassi, cioè la parte dell’oceano Atlantico tra gli arcipelaghi delle Azzorre a est e quelli delle Grandi Antille a ovest, deve il suo nome proprio alla presenza di queste alghe, avvistate per la prima volta intorno al Quindicesimo secolo dagli esploratori portoghesi.

L’ipotesi attualmente più accreditata individua nella concentrazione di sostanze nutrienti, come azoto e fosforo presenti nei fertilizzanti utilizzati per le colture agricole, la causa della grande abbondanza del sargasso.

Mar dei Sargassi - https://it.wikipedia.org/wiki/Mar_dei_Sargassi
Mar dei Sargassi – https://it.wikipedia.org/wiki/Mar_dei_Sargassi

Un gruppo di ricercatori della University of South Florida (Stati Uniti), confrontando le immagini satellitari scattate all’oceano Atlantico in diversi anni, ha scoperto che dal 2011 al 2018 la quantità di alghe è aumentata enormemente, arrivando ad avere una massa stimata intorno ai 20 milioni di tonnellate.

Come è possibile apprezzare osservando l’immagine sotto riportata, il sargasso in pochi anni è cresciuto esponenzialmente, seppure con qualche oscillazione.

Le rilevazioni sono state condotte sempre confrontando le immagini acquisite nel mese di luglio, nel periodo in cui il sargasso raggiunge l’apice del proprio sviluppo.

Le zone colorate di rosso indicano i punti con una concentrazione di alghe più elevata.

(Mengqiu Wang et al., Science)
(Mengqiu Wang et al., Science)

In condizioni normali il sargasso riveste un importante ruolo nel mantenimento degli ecosistemi marini nella zona del Golfo del Messico. Le tartarughe marine nidificano tra le fronde del sargasso, dove vivono anche numerose specie marine.

La grande biodiversità del Mare dei Sargassi è in pericolo a causa delle eccessive oscillazioni delle quantità di tali alghe che, trasportate verso le coste, potrebbero ricoprire i coralli, danneggiandoli o causandone la morte.

Fonti: Science Magazine.orgWikipediaIlPost.it

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Luca Langiu

Ho conseguito una laurea in Scienze Politiche, ma ho intrapreso la carriera di imprenditore. Le mie più grandi passioni sono l'acquariofilia, la tecnologia e la musica. Adoro scoprire le meraviglie dei reef e vivo in Sardegna, un paradiso dal quale non potrei mai separarmi.  Il mio desiderio è sempre stato quello di curare un blog sull'acquariofilia marina, perché ritengo che la condivisione di conoscenze e informazioni sia la base della nostra passione. Forte della mia conoscenza tecnica e pratica, unita agli studi e agli approfondimenti teorici, ho deciso di guidare il lettore in un’esperienza formativa alternativa, autentica e personale, che getta le basi sul crono-racconto della mia quotidianità “acquariofila”. La sensibilizzazione del lettore a tematiche relative alla tutela dell’ambiente marino-costiero, alle fonti di inquinamento marino, alla sostenibilità ambientale, al capitale naturale e al rispetto per gli animali, è stuzzicata e sollecitata costantemente in ogni mia trattazione.

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